Borsa, l'aria elettorale ribassa tutti i valori l'unica eccezione è l'azione della Ferrari

“L'aria di elezioni fa male alla Borsa. Agli investitori l'incertezza non piace. Di tutte le 36 società quotate a Piazza Affari riferibili a soggetti piemontesi soltanto una ha chiuso l'ultimo venerdì del mese con un valore superiore alla seduta di venerdì 26 gennaio. L'eccezione è rappresentata dalla Ferrari, controllata dall'Exor della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, alla quale fanno capo anche Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industriale e la Juventus”.
E' così che inizia l'articolo pubblicato oggi, 25 febbraio, nella pagina di Economia del Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera guidata da Umberto La Rocca, già direttore del genovese Il Secolo XIX e vice direttore de La Stampa.
Aggiungendo alle piemontesi le quattro quotate liguri – Banca Carige, Biancamano, Boero Bartolomeo, Erg – la situazione non cambia. L'unica delle quaranta società presenti nei listini di Piazza Affari e attribuibili al Nord Ovest per diverse ragioni (collocazione della sede o del quartiere generale o perché territorio d'origine del principale soggetto della società) resta il Costruttore di gioielli a quattro ruote più famoso e ambito al mondo.
“Il prezzo finale dell'azione Ferrari, infatti, venerdì scorso – si legge nell'articolo del Corriere Torino - è stato di 104,50 euro, a fronte dei 96,40 euro dell'ultimo venerdì del mese passato. In seguito a questo aumento, il valore riconosciuto alla Casa di Maranello dal mercato è salito a 20,265 miliardi, 1,71 miliardi in più rispetto a un mese fa. Fra l'altro, il titolo della Ferrari, della quale Sergio Marchionne è presidente e amministratore delegato oltre che azionista personalmente, ha fatto registrare il suo massimo storico mercoledì, quando è arrivato a 105,30 euro”.
E' stato riportato, inoltre, che le altre quotate della scuderia Agnelli-Elkann-Nasi, invece, hanno subito un deprezzamento, come tutte le restanti del “paniere piemontese”. E anche delle liguri. L'azione Fca è scesa a 17,62 euro dai 19,80 del 26 gennaio, Cnh Industrial a 11,36 euro da 12,11, Exor a 59,60 euro da 64,15, Juventus a 0,708 euro da 0,861 euro. “Il ribasso di Exor, la holding guidata da John Elkann, presidente e amministratore delegato, è particolarmente rilevante (la capitalizzazione si è ridotta di circa 1,1 miliardi) anche perché il 26 gennaio scorso l'azione Exor aveva raggiunto il suo massimo da sempre: 64,15 euro”.
Ribassi più o meno rilevanti, comunque, sono emersi pure per gli altri titoli principali del Nord Ovest, a partire da Intesa Sanpaolo (da 3,16 a 3,083 euro), Ubi Banca (da 4,29 a 3,989), Buzzi Unicem (da 24,4 a 20,79), Diasorin (da 79,3 a 69,75), Sias (da 16,33 a 13,83), Iren (da 2.636 a 2,452), Erg (da 16,87 a 16,70), Astm (da 24,60 a 19,50), Reply (da 51,1 a 49), Cir (da 1,194 a 1,086 euro).
Anche il prezzo del titolo Italgas è calato tra il 26 gennaio, quando quotava 4,956 euro, e il 23 febbraio; però è quello piemontese che nell'ultima settimana borsistica ha avuto il maggiore rimbalzo, avendo chiuso a 4,588 euro rispetto ai 4,485 euro del venerdì precedente. Oltre a Italgas, nell'ultima settimana, hanno un po' recuperato Ubi Banca, Vittoria Assicurazioni, Rcs MediaGroup, Iren, Banca Carige ed Erg.

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