Sotto i riflettori

GIOVANNI QUAGLIA – Il posto d'onore, nella lista dei protagonisti di questi giorni, non può essere assegnato che a Giovanni Quaglia, in funzione della rinascita delle Ogr, Officine che hanno rappresentato una parte importante della storia industriale di Torino (in questo grande complesso, in piena città, a fianco del vecchio carcere e vicino al Politecnico, si riparavano locomotive e vagoni ferroviari) e che adesso diventano un centro propulsore di arte contemporanea e di cultura, di innovazione, di start up e persino di enogastronomia di eccellenza.
Tutto merito della Fondazione Crt, di cui è presidente Giovanni Quaglia. Per la trasformazione delle Ogr-Officine Grandi Riparazioni, la Fondazione Crt, promotrice del progetto, la cui realizzazione ha comportato lavori per mille giorni, ha investito cento milioni di euro e ha superato non pochi ostacoli.
Giovanni Quaglia, 70 anni il prossimo 20 ottobre, cuneese di Genola, comune di cui è stato sindaco per 12 anni, prima di diventare presidente della Provincia, è docente a contratto di Economia e direzione delle imprese all'Università di Torino, dove si è laureato in Lettere moderne e dove abita da qualche tempo, revisore ufficiale dei conti, giornalista pubblicista, fra l'altro, è presidente dell'Autostrada Torino-Savona, società del gruppo Gavio come la Sias, di cui è consigliere di amministrazione.
Il suo curriculum è impressionante. Numerosissimi i suoi incarichi, fra i quali, in passato, anche quello di consigliere di amministrazione di Unicredit. E' commendatore e grande ufficiale della Repubblica, cavaliere di Gran Croce, commendatore dell'Ordine di San Gregorio Magno (nomina del Papa Giovanni Paolo II) e Medaglia d'oro ministeriale per meriti nel settore della cultura, dell'arte e dell'istruzione.
Giovanni Quagli, presidente Fondazione Crt
PATRIZIA SANDRETTO – A proposito di arte contemporanea, fondazioni e ristrutturazioni di vecchi complessi, viene spontaneo evocare immediatamente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la presidentessa dell'omonima Fondazione torinese, da anni alla ribalta internazionale. Patrizia Sandretto, moglie di Agostino Re Rebaudengo, ha appena comunicato che, nel 2019, sarà inaugurata la Fundacion Sandretto Re Rebaudengo di Madrid, collocata nell'antico mattatoio della capitale, il Matadero, trasformato in nuovo polo culturale e artistico.
Alla presentazione della nuova iniziativa di Patrizia Sandretto, a Madrid, hanno partecipato anche le sindache della capitale spagnola e del capoluogo piemontese, rispettivamente Manuela Castrillo e Chiara Appendino.
La tappa spagnola è la terza del percorso artistico-imprenditoriale di Patrizia Sandretto, che vent'anni fa ha aperto lo spazio di Guarene, ora destinato a residenza di artisti, e, nel 2002, la sede espositiva di via Modane, a Torino, che ospita mostre e manifestazioni di grande rilievo e prestigio, mentre, precedentemente, era stata una fabbrica di cerchioni, poi rimasta abbandonata per anni.
Laureata in Economia e commercio, Patrizia Sandretto ha coltivato la passione per il collezionismo fin da bambina e per l'arte poco dopo. L'amore per l'arte è cresciuto progressivamente, anche grazie a varie esperienze all'estero, nelle principali capitali di produzione artistica. Ed è diventata una delle maggiori esperte, come conferma, fra l'altro, che è stata una delle prime acquirenti di opere di Cattalan.
L'omonima Fondazione presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo diffonde e promuove l'arte contemporanea, cercando di avvicinare un pubblico sempre più ampio, anche tramite corsi per adulti e famiglie, nonché con laboratori per studenti. Un modello che verrà replicato a Madrid.
Patrizia Sandretto, presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
LICIA MATTIOLI – Regina del gioiello italiano, Licia Mattioli. Fra l'altro vice presidente di Confindustria e della Compagnia di San Paolo, consigliera di amministrazione della Sias (gruppo Gavio) e della Pininfarina, Licia Mattioli è l'amministratore delegato della Mattioli, impresa della quale è proprietaria con il padre Luciano, presidente. Nata nel 2013 dallo spin off di una piccola parte dell'Antica Ditta Marchisio, venduta dai Mattioli al gruppo Richmond, la Mattioli è passata da una ventina di addetti di allora ai 150 del 2017, il cui esercizio dovrebbe chiudersi con un fatturato intorno ai 38 milioni di euro, per l'80% derivati dalle vendite all'estero, in una trentina di Paesi.
Recentemente, la Mattioli ha rilevato la maggioranza di una ditta orafa di Valenza (Alessandria), distretto che, nel primo semestre di quest'anno, ha fatto registrare un incremento del 39,5% delle esportazioni, tasso inferiore soltanto al 164,6% di Torino, record nazionale al quale ha contribuito certamente il successo della Mattioli. Nel 2016, Torino ha esportato oreficeria e gioielleria per 39,2 milioni, il distretto di Valenza per 1,549 miliardi, cifra inferiore soltanto a quella di Arezzo (1,815 miliardi), ma superiore ai 1,344 miliardi del distretto di Vicenza. L'export di tutta l'Italia è stato di 6,2 miliardi nel 2016, quando il fatturato del settore è ammontato a 7,8 miliardi.
Licia Mattioli è stata la prima donna a essere eletta presidente sia di Fedeorafi sia dell'Unione Industriale di Torino, rispettivamente nel 2011 e nel 2012. Nel 2010 ha ricevuto la Mela d'Oro della Fondazione Bellisario, per le sue capacità imprenditoriali. Torinesissima anche se nata a Napoli (nel '67), Licia Mattioli, sposata, due figli (Gea e Gregorio), è anche iscritta all'Albo degli avvocati.
Licia Mattioli, amministratore delegato Mattioli Spa
STEFANO AMBROSINI – Le brevissime presidenze prima di Veneto Banca, ora in liquidazione, poi della Bim-Banca Intermobiliare, in vendita, sembravano aver frenato l'irresistibile ascesa di Stefano Ambrosini, torinese dal lunghissimo curriculum nonostante l'età (è nato nel 1969). Invece, Stefano Ambrosini è tornato alla ribalta con la recente nomina a presidente di Finpiemonte, il braccio finanziario e operativo della Regione governata da Sergio Chiamparino per il sostegno delle imprese locali e dell'economia.
Finpiemonte, da poco autorizzata a svolgere l'attività bancaria, nel programma di Ambrosini sarà una “leva di politica industriale, strategica per l'area”. Grazie ai finanziamenti che è in grado di erogare (già 1,2 miliardi di euro dal 2013, a beneficio di circa 9.500 soggetti imprenditoriali). Un centinaio di dipendenti, partecipazioni in parchi scientifici e tecnologici, in incubatori e nella Fondazione per l'Ict, Finpiemonte al 31 dicembre aveva impieghi in essere per 2,4 miliardi.
Avvocato civilista dal 1995, giurista, professore ordinario di Diritto commerciale all'Università del Piemonte Orientale, dove insegna Diritto fallimentare e Diritto bancario, Stefano Ambrosini ha gestito oltre 30 amministrazioni straordinarie e liquidazioni coatte e più di 50 concordati preventivi. E' stato o è commissario straordinario anche di Alitalia, della Bertone, della Tirrenia, della Fondazione Maugeri, della Porto di Imperia, della Fashion (Burani). Ha fatto parte di comitati tecnici ministeriali, del Consiglio generale della Compagnia di San Paolo. Ha presieduto Eurofidi, allora maggiore consorzio fidi d'Italia, ma ora in liquidazione. Autore di oltre 100 saggi giuridici, è pure direttore della collana Zanichelli dedicata al Diritto fallimentare.
Stefano Ambrosini, presidente Finpiemonte
PAOLO PICCINI – Appena nominato al vertice operativo di un ente strumentale regionale è anche Paolo Piccini, neo amministratore unico di Liguria Digitale, società pubblica che ha la missione di sviluppare la strategia digitale della Regione Liguria e degli altri soci, per i cittadini e la Pubblica amministrazione. Ex Datasiel, Liguria Digitale garantisce soluzioni e infrastrutture tecnologiche avanzate e di qualità. Conta 410 dipendenti e nel 2016 ha avuto un fatturato netto di 40,3 milioni (38,2 nel 2015). Al 31 dicembre, il suo patrimonio netto ammontava a 10,7 milioni.
A Paolo Piccini, subentrato a Marco Bucci, dimessosi prima di diventare sindaco di Genova, il comando di Liguria Digitale è stato affidato da Giovanni Toti, il dinamico e potente governatore della Regione.
Nato sotto la Lanterna, nel dicembre del 1960, Paolo Piccini, sposato, cinque figli, si è laureato in Ingegneria elettronica nel 1985, a Genova, ma ha studiato anche alla Columbia University di New York. Dirigente d'azienda, ha in curriculum trent'anni di esperienza nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, della difesa e della sicurezza in multinazionali dell'hight tech come Olivetti, Marconi e nel gruppo Leonardo (ex Finmeccanica), dove ha ricoperto incarichi di rilevante responsabilità fino al 2014. In seguito, a Roma, con altri partner, ha fondato Brightlink, società digitale.
Paolo Piccini, amministratore unico Liguria Digitale