Protagonisti sulla scena

MARIA CARAMELLI
Se la Commissione Ue ha deciso di nominare l'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta quale Centro di riferimento europeo per le Tse, le encefalopatie che colpiscono gli animali, non poco merito va riconosciuto alla coppia di vertice dell'ente torinese, costituita dal presidente Giorgio Gilli e dal direttore generale Maria Caramelli, scienziata manager tra i massimi esperti mondiali di sicurezza alimentare e di ricerca sul rapporto tra gli alimenti di origine animale e la salute umana (fra l'altro, nel 2013, è stata inserita fra le dieci scienziate che fanno onore all'Italia).
Nata a Mondovì (Cuneo), ma torinese d'adozione, sposata, tre figli, Maria Caramelli, dopo laurea in Medicina veterinaria nel 1984, ha poi conseguito il dottorato di ricerca in Patologia comparata, sempre all'Università subalpina, che le ha conferito anche la specializzazione in Ispezione degli alimenti di origine animale. Ulteriori titoli le sono stati attribuiti da altri soggetti di alta formazione.
Unica donna a dirigere un Istituto Zooprofilattico, tra i dieci attivi in Italia, Maria Caramelli, al vertice anche del Centro di referenza nazionale per le encefalopatie, appena promosso europeo, è, fra l'altro, socio dell'Accademia delle Scienze di Torino, membro del Comitato scientifico dell'Istituto superiore di Sanità e di quello per la Sicurezza alimentare, oltre che del Consiglio scientifico di Agrinova, del Centro interdipartimentale di Studi avanzati in Neuroscienze di Torino e del Consorzio piemontese per la repressione del doping e di altri usi illeciti dei farmaci. Autrice di più di 140 pubblicazioni scientifiche, insegna alla Scuola di specializzazione di Sanità pubblica veterinaria all'Università di Torino, ma pure in master degli atenei di Genova e Padova e all'Ilo. Ha già ricevuto numerosi premi.
Nel bilancio 2016, l'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, che conta oltre 400 dipendenti, ha dichiarato un valore della produzione pari a 33,6 milioni di euro e un utile netto di 1,9 milioni.
Maria Caramelli, direttore Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta

GIORGIO FORESTI
Techdow Pharma, multinazionale farmaceutica cinese, leader mondiale nella produzione di eparine e prima big orientale del settore ad avere ottenuto l'autorizzazione alla vendita dei propri farmaci sul mercato europeo, ha designato come prossimo amministratore delegato della sua filiale italiana l'astigiano Giorgio Foresti. Il nuovo numero 1 operativo di Techdow Pharma Italy, che avrà anche il compito di studiare possibili acquisizioni nel nostro Paese e di investirvi 25 milioni nel triennio 2018-2020, è nato nella città piemontese nel dicembre del 1957 e si è laureato in Medicina a Torino. Sposato, due figli, sempre legato alla sua terra natale, Giorgio Foresti ha incominciato la sua carriera, nel 1986, nel gruppo Menarini, all'interno del quale ha avuto incarichi sempre più rilevanti, in Italia e all'estero. Oltre che per la Menarini, ha lavorato per Schering Ag, AstraZeneca, ratiopharm e il gruppo Teva, del quale, nel 2012, è diventato presidente, come è stato presidente di Assogenerici, l'associazione nazionale delle industrie produttrici di farmaci generici.
Giorgio Foresti ha poi lasciato Teva per diventare amministratore delegato di Fidia, ultimo passaggio prima di avere il timone di Techdow Pharma Italy, che si appresta a lanciare il primo biosimilare dell'enoxapirina, l'anticoagulante più usato in numerose malattie tromboemboliche. Solo nel nostro Paese il mercato di questo prodotto è stimato in 250 milioni di euro
Giorgio Foresti, amministratore delegato Techdow Pharma Italy

UGO NESPOLO
“Portare l'arte nella vita” è la missione che si è data Ugo Nespolo, straordinario artista piemontese che, da sempre, si ritiene e opera “al servizio della società”, mai chiuso in se stesso e nel suo studio torinese, costantemente attento al nuovo, siano tecnologie, materiali, forme espressive, qualsiasi campo di attività che offra la possibilità di coniugare creativamente la funzionalità e il bello. Ecco la spiegazione della sua eccezionale interdisciplinarità: autore di dipinti, ma anche di film (con gli artisti Lucio Fontana, Enrico Baj e Michelangelo Pistoletto come attori) di sculture, di scene e costumi per il teatro, di drappelloni per i palii, di manifesti pubblicitari, di tappeti, di ex libris, di oggetti d'uso comune, di cartoni animati, di lavori con matematici e persino della “ maglia rosa” per il Giro d'Italia del 2003.
Lo chiamano dappertutto e riceve committenze d'ogni genere. Non si tira mai indietro. La sua sfida è rendere bello tutto il possibile, in ogni modo, con i più diversi mezzi. Il suo grande atelier, realizzato personalmente in una fabbrica abbandonata, a Torino, è da lui definito “la bottega”, il laboratorio, dove, fra l'altro opera con una mezza dozzina di collaboratori fissi e diversi apprendisti. Insomma una piccola impresa. Definizione che certamente non spiace a Ugo Nespolo, per il quale il mercato non è - e non è mai stato - l'antitesi dell'arte e “l'artista deve sposare la vita”.
L'arte è un valore e come tale va considerato anche economicamente.
Concetti che Ugo Nespolo, nato 76 anni fa, a Mosso (Biella), ma ormai profondamente torinese, ha espresso fantasticamente nel più recente incontro del club “Dumse da fé”, dove il suo intervento, di elevato livello culturale, brillante e appassionante, è stato osannato.
Attivissimo, Ugo Nespolo, fra l'altro ha appena ricevuto l'incarico di preparare altre 52 puntate di Yo Yo, fortunata e premiata serie televisiva di cartoni animati trasmessa sull'omonima rete Rai dal 19 marzo, ed è il soggetto esclusivo della mostra “A modo mio/Nespolo tra arte, cinema e teatro”, in programma ad Aosta dal 20 di questo mese fino all'8 aprile del prossimo anno, organizzata dall'assessorato all'Istruzione e alla cultura della Regione Valle d'Aosta, curata dal critico Alberto Fiz e allestita con il filosofo Maurizio Ferraris (oltre 80 le opere esposte).
Ugo Nespolo

MARIO BARBUTO
“L'efficienza della Giustizia passa da Strasburgo”: è questo il titolo del libro, appena pubblicato e scritto da Mario Barbuto, che, dopo essere stato presidente del Tribunale e poi della Corte d'Appello di Torino (dal 2001 al 2014) ha concluso la carriera in magistratura come capo del Dipartimento Organizzazione giudiziaria, su designazione del Consiglio dei ministri. Classe 1942, Mario Barbuto, che presiede l'Iap (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) dall'inizio del 2016 è anche presidente della sezione della Commissione tributaria regionale di Torino, dove è arrivato da Roma nel 1969, come pretore, incarico svolto per 11 anni.
Nella sua nuova opera, Mario Barbuto spiega il “programma Strasburgo”, progetto organizzativo di gestione dei processi civili ideato a Torino, così che è diventato più conosciuto come il “modello Torino”. Questo sistema, finalizzato alla riduzione delle cause al livello degli standard europei e quindi a non superare i 12-18 mesi, nel 2011 è stato adottato da tutti i Tribunali del Piemonte e della Valle Aosta e, nel 2015, è stato esteso in tutta Italia per iniziativa del ministero della Giustizia.
Autore di numerose pubblicazioni in materia penale e civile, Mario Barbuto è stato anche docente nella Scuola di Amministrazione Aziendale dell'Università di Torino e componente del Consiglio direttivo della Scuola Superiore della Magistratura.
Il nuovo libro (Aracne Editore) è stato stampato dalla Gioacchino Onorati editore e costa 20 euro.
Mario Barbuto

SAVIO CORRADINI
Il “Premio San Romolo per l'imprenditoria”, prestigioso ed ambito riconoscimento dedicato a chi, con la propria attività, ha dato lustro alla città di Sanremo, promosso dalla Famija Sanremasca di concerto con il Comune di cui è sindaco Alberto Biancheri, è stato conferito, pochi giorni fa, a Savio Corradini, il quale, nel 1971, ha fondato nel centro del Ponente ligure la Savio Laterizi, la quale ha poi originato la Biesse, costituita, nel 2022, insieme con il figlio Alberto e con sede nell'area industriale di Valle Armea.
La Biesse, che conta una quarantina di dipendenti, è leader regionale nel settore del commercio edile: annualmente, tratta circa 58.000 articoli all'anno, vende 70.000 metri quadrati di pavimenti e rivestimenti e ha poco meno di 70.000 clienti. Dispone di uno show room di 10.000 metri quadrati, dove è esposta la vastissima offerta di sanitari, rubinetterie, serramenti, idromassaggi, articoli di arredo bagno, oltre che pavimenti e rivestimenti.
La Biesse, dove dal 2014 ha incominciato a lavorare anche Fabio Corradini, esponente della terza generazione, è un punto di riferimento sicuro e affidabile per professionisti, aziende, artigiani e utilizzatori finali. 
Savio Corradini è anche molto attento al sociale ed è sostenitore di enti benefici.