La moria delle partite Iva

Moria di partite Iva, nel Nord Ovest più che nel resto d'Italia. Dal 2008 al 30 giugno appena passato, lo stock dei lavoratori autonomi (piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, liberi professionisti, lavoratori in proprio, coadiuvanti, soci di cooperativa) è diminuito di quasi 62.000 unità nelle tre regioni del Nord Ovest e di 297.500 in tutto il Paese.
In particolare, il numero degli autonomi è sceso a 152.500 (dai 170.300 del 2008) in Liguria e a 415.800 (dai 459.900 del 2008) in Piemonte e Valle d'Aosta, considerate insieme. In Liguria il calo è stato del 10,4% e del 9,6% in Piemonte più Valle d'Aosta.
La riduzione del Nord Ovest è risultata del 9,8%, a fronte della media italiana del 5,5%. Nel nostro Paese, infatti, le partite Iva correlate agli autonomi si sono ridotte da poco più di 5,421 milioni del 2008 a poco meno di 5,124 milioni. E questo mentre, nello stesso periodo, il numero dei lavoratori dipendenti è salito da oltre 17,213 milioni a 17,516 milioni, circa 303.000 in più (+1,8%).
A rilevare questi fenomeni è stato l'ufficio studi della Cgia di Mestre, l'associazione locale degli artigiani e delle piccole imprese, basandosi su dati Istat.
“I dati ci dicono che la crisi ha colpito soprattutto le famiglie del cosiddetto popolo delle partire Iva, ovvero dei piccoli imprenditori, degli artigiani, dei commercianti, dei liberi professionisti e dei soci di cooperative” hanno commentato dalla Cgia di Mestre, fra l'altro, rilevandone la crescita del tasso dei soggetti a rischio di povertà.
“Fino a una decina d'anni fa – è stato scritto dalla Cgia veneta – aprire una partita Iva era il raggiungimento di un sogno: un vero status symbol, perché l'opinione pubblica collocava questo neo-imprenditore tra le classi socio-economiche più elevate. Oggi, invece, non è più così: per un giovane, in particolar modo, l'apertura della partita Iva è spesso vissuta come un ripiego o, peggio ancora, come un espediente, che un committente gli impone per evitare di assumerlo come dipendente”.
Al 30 giugno appena passato, le tre regioni con più autonomi erano la Lombardia (884.000), il Lazio (466.200) e il Veneto (463.000).