Investimenti Pa, crollo record in Piemonte

Gran frenata degli investimenti pubblici in Piemonte, la regione che ne ha subito la maggior contrazione in termini assoluti e la seconda per il più alto decremento percentuale. Il crollo piemontese emerge dalla tabella elaborata dalla Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese locali sulla base dei dati Cpt, l'Agenzia per la coesione territoriali.
In Piemonte, infatti, gli investimenti del settore pubblico allargato (amministrazioni centrali, regionali e locali più le imprese pubbliche nazionali e quelle territoriali, come le municipalizzate) nel 2015 (ultimo anno disponibile) sono ammontati a circa 2,588 miliardi di euro, mentre erano stati pari a 4,695 miliardi nel 2005. Il calo è di 2,107 miliardi e del 44,9%.
Nessun altra regione ha avuto una diminuzione così consistente (seconda è la Lombardia, con 2,064 miliardi) e soltanto il Friuli-Venezia Giulia ha denunciato un tasso di contrazione (51,1%) superiore a quello del Piemonte.
Anche il resto del Nord Ovest, comunque, ha frenato. Gli investimenti del settore pubblici allargato, nel 2015, in Liguria sono stati pari a circa 1,209 miliardi (poco meno di 1,835 miliardi nel 2005, nei confronti del quale, quindi, sono diminuiti di oltre 625 milioni e del 34,1%) e in Valle d'Aosta a poco più di 403 milioni, a fronte dei degli oltre 579 del 2005 (calo di quasi 176 milioni e del 30,4%).
Insieme, le tre regioni del Nord Ovest, nel 2015, hanno registrato investimenti del settore pubblico allargato pari a 4,201 miliardi, mentre ne avevano avuti per 7,109 miliardi dieci anni prima. La riduzione è risultata di 2,908 miliardi e del 40,9%. Cifre che assumono un valore ancora più rilevate se si considera che in tutta l''Italia il calo è stato di 13,347 miliardi (dai 58,032 miliardi del 2005 ai 44,685 del 2015) e del 23% (il Mezzogiorno è l'unica area che ha avuto un aumento, per la precisione del 2,7%).
Sempre a livello nazionale, gli investimenti della sola Pubblica Amministrazione, cioè delle Amministrazioni centrali, regionali e locali (escluse quindi le imprese pubbliche nazionali e territoriali), nel 2016 sono ammontati a 35,394 miliardi, cifra progressivamente inferiore a quelle di tutti gli anni precedenti a partire dal 2009, quando invece furono pari a 54,163 miliardi. E l'anno in corso dovrebbe concludersi con investimenti della Pa pari a 35,541 miliardi, secondo l'ultimo aggiornamento del Def, il documento di programmazione economica e finanziaria del Governo.
Il crollo degli investimenti pubblici è stato commentato molto negativamente dalla Cgia di Mestre, la quale ha ricordato che “gli investimenti pubblici sono una componente fondamentale per la creazione di ricchezza: se non miglioriamo la qualità e la quantità delle nostre infrastrutture materiali, immateriali e dei servizi pubblici, questo Paese è destinato al declino. Senza investimenti non si creano posti di lavoro stabili e duraturi, in grado di migliorare la produttività del sistema e, conseguentemente, di far crescere il livello delle retribuzioni medie”.

E' stato aggiunto che “il crollo avvenuto in questi ultimi anni è dovuto alla crisi, ma anche ai vincoli dell'indebitamento netto che ci sono stati imposti da Bruxelles, che, comunque, possiamo superare se, come prevedono i trattati europei, ricorriamo alla golden rule, ovvero alla possibilità che gli investimenti pubblici in conto capitale siano scorporati dal computo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilità fra gli Stati membri”.
Sergio Chiamparino, presidente Regione Piemonte