Venchi prima cuneese in Borsa?

Il quotidiano finanziario Mf, una decina di giorni fa, ha scritto che Daniele Ferrero, il numero uno della rinata Venchi, sta pensando seriamente di quotare in Borsa la società di Castelletto Stura (Cuneo). “E' una possibilità concreta” ha dichiarato Daniele Ferrero, aggiungendo che lo sbarco a Piazza Affari potrebbe avvenire nel 2019. Molto prima di quanto pensasse fino a poco tempo fa. Cosa è cambiato da allora? L'arrivo e il boom dei Pir-Piani individuali di risparmio, i nuovi strumenti finanziari che agevolano, fiscalmente, la canalizzazione del risparmio delle famiglie verso le piccole e medie imprese italiane quotate.
La Venchi, che produce un'ampia gamma di golosità a base di cioccolato (fra l'altro, gianduiotti, praline e gelati) è in forte sviluppo. Per quest'anno, ha l'obiettivo di fatturare 80 milioni, a fronte dei 63 del 2016, i 54,3 del 2015, i 46,5 del 2014e i 30 di dieci anni fa. Inoltre, conta di avere un margine operativo lordo di 20 milioni, 4 in più rispetto al 2016, quando ha conseguito un utile netto di 6,5 milioni (4,9 nel 2015 e 4,2 nell'esercizio precedente).
E' prevista anche l'assunzione di altre cento persone, “la metà delle quali all'estero” ha riferito Daniele Ferrero a Giuseppe Bottero de La Stampa, nel marzo scorso, aggiungendo che la Venchi conta già 590 dipendenti e oltre 60 “botteghe” sparse per il mondo, secondo un modello che si ispira alla belga Godiva. Gli investimenti si aggirano sui 5 milioni all'anno.
Costituita nel 1878 da Silviano Venchi, a Torino, l'omonima azienda è stata rifondata nel 1998 da Daniele Ferrero, allora trentenne, proveniente dalla McKinsey, nella quale era entrato dotato anche di un Mba Insead e della formazione all'Università di Cambridge e della Scuola internazionale di Ginevra.
Daniele Ferrero possiede il 27% della Venchi, della quale è presidente e amministratore delegato; il 24% fa capo al vice presidente Nicolò Cangioli, il 12% a Giovanni Battista Montelli, direttore commerciale. Azionisti, con il 12% ciascuno, sono pure Pietro Boroli (gruppo De Agostini), Marcello Comoli e Luca Baffigo Filangieri.
Attualmente, il listino della Borsa di Milano non presenta alcuna società cuneese. E anche in passato è stato così. Non si ricordano quotate cuneesi. Nonostante che la Provincia Granda possa vantare imprese, grandi e medie, con tutte le caratteristiche opportune per essere trattate in Piazza Affari: adeguatezza dei volumi d'affari, di redditività, piani di sviluppo, posizioni di mercato, corporate governance, management.