In manovra i big alessandrini

La grande industria alessandrina in campagna acquisti. Sei mesi dopo l'annuncio della Guala Closures, che comunicava di avere rilevato il 70% della francese Capmetal, il 16 giugno, Buzzi Unicem ha annunciato l'accordo che prevede l'acquisizione dell'intero capitale di Cementizillo, primario gruppo industriale, fondato nel 1882 e attivo nel settore del cemento e del calcestruzzo preconfezionato nel Nord Est italiano.
Buzzi Unicem ha già comprato il 47,9% delle azioni di Cementizillo (per 22,6 milioni di euro) dai socio di minoranza; mentre il pagamento per il restante 52,1%, in possesso della Giovanni Zillo & C, che ha come amministratore unico Alvise Gino Zillo, è previsto a tappe e in due forme: una parte fissa, pari a 60 milioni di euro più 450.000 azioni ordinarie Buzzi Unicem, già detenute dalla società presieduta da Enrico Buzzi; e una parte variabile, aleatoria e fino a un massimo di 21 milioni, che dipenderà dal prezzo del cemento realizzato da Buzzi Unicem nel prossimo quadriennio.
Il gruppo Zillo ha due stabilimenti a ciclo completo, uno in provincia di Pordenone e l'altro in quella di Padova, e una quarantina di centrali di betonaggio. Nel 2016 ha fatturato 90 milioni e ha avuto un risultato operativo negativo per 4 milioni. Al 31 dicembre aveva un indebitamento finanziario netto di 46 milioni.
Con l'acquisizione di Cementizillo, il gruppo Buzzi Unicem rafforza la sua presenza e la sua quota sul mercato italiano, contribuendo alla sua razionalizzazione; inoltre, grazie anche alle sinergie derivanti dalle economie di scala e all'integrazione delle principali funzioni aziendali, migliorerà i suoi risultati gestionali nel nostro Paese. Ne è convinta anche la Borsa, che, infatti, ha condiviso l'operazione con l'aumento dei valori dei titoli Buzzi Unicem.
Proprio la Borsa rievoca subito Guala Closures, leader a livello internazionale nella produzione di chiusure per liquidi (vino e superalcolici, olio e aceto, bevande), ma anche per alimenti e farmaci. Primo al mondo nel comparto delle chiusure anti adulterazione per spirits e in alluminio, produce anche bottiglie in materiale Pet. Opera in oltre 100 Paesi, ha 26 stabilimenti, 5 centri di ricerca e circa 4.000 dipendenti. Nel 2016 ha venduto 14 miliardi di chiusure, realizzando un  fatturato di mezzo miliardo di euro. Numero uno e grande propulsore dell'impresa alessandrina (Spinetta Marengo), ma con sede legale e quartier generale in Lussemburgo, è Marco Giovannini.
Il ritorno alla quotazione su una piazza finanziaria, dopo l'uscita dalla Borsa di Milano nel 2008, è una delle due opzioni che la Guala Closures sta valutando, in seguito alla volontà di due fondi di investimento, decisi a cedere le loro partecipazioni, pari a quasi l'80% del capitale della controllante, per fare cassa, cioè per incassare i frutti del loro impegno finanziario durato 9 anni (il loro guadagno risulterà notevole, data la forte crescita di valore del Gruppo, che ha in programma la conquista di nuovi mercati, a partire da Usa e Giappone).
Che il vertice di Guala Closures stia studiando "opzioni strategiche" era già stato ufficializzato intorno a metà maggio, con un comunicato che confermava l'affidamento dell'incarico di assistenza a Barclays e Credit Suisse; ma è stato ribadito, recentemente, dallo stesso Marco Giovannini, il quale ha aggiunto che è prevista entro la fine dell'anno la scelta tra un ritorno in Borsa o l'ingresso nella compagine societari di uno o più grandi investitori istituzionali, che abbiamo comprato le quote in vendita.