Azzoaglio punta Torino

Nonostante tutto, le banche a controllo familiare, che figurano nella lista "Less Significant Institutions" (Lsi), cioè degli istituti di credito "meno significativi" per l'Autorità di Vigilanza, non solo non mollano, ma continuano a progettare il loro sviluppo. Una prova recente di questo fenomeno si trova nel piano industriale 2017-2019 del Banco Azzoaglio, approvato dal consiglio di amministrazione nel marzo appena passato. Piano che prevede, fra l'altro, l'apertura di un Ufficio di rappresentanza a Torino, "che potrebbe essere successivamente trasformato in una nuova unità operativa, sulla base delle rilevazioni di mercato acquisite".
Quella di Torino sarebbe la prima filiale piemontese del Banco Azzoaglio fuori dalla provincia di Cuneo, dove l'istituto di Ceva, ne conta 14, che si aggiungono alle 5 dislocate in Liguria.
A proposito di filiali, che i colossi bancari stanno chiudendo a migliaia, l'Azzoaglio, controllato dall'omonima famiglia e partecipato dalla genovese Banca Passadore, con la quale ha un incrocio azionario, ha in programma di "potenziare quelle collocate in aree ritenute più interessanti e sondare le possibilità di nuovi insediamenti", contestualmente all'attività di razionalizzazione della rete territoriale e alla sua ottimizzazione.
Inoltre, la banca cebana, che ha come amministratore delegato Francesco Azzoaglio e nel Consiglio di amministrazione altri due esponenti della famiglia con il nome del fondatore - Simone ed Erica - si appresta a lanciare un nuovo conto online sul web e uno, particolare, destinato ai nuovi depositanti; ad ampliare l'offerta di prodotti assicurativi innovativi e, fra l'altro, ad attivare in tutte le sue 19 filiali la segmentazione della clientela tra mass market, small business, corporate, affluent e private.
Al 31 dicembre 2016, il Banco Azzoaglio ha evidenziato una raccolta globale di 1,5 miliardi di euro (660,2 i milioni costituiti dalla raccolta diretta e 898,3 dall'indiretta), impieghi alla clientela per 505,5 milioni (+9,9% rispetto alla stessa data 2015), sofferenze nette pari al 2,6% dei crediti netti e un patrimonio netto di 60,8 milioni. Ha chiuso l'esercizio con 135 dipendenti e con un utile netto di un milione di euro, come nell'anno precedente.
In Italia, al 30 giugno scorso, le banche "meno significative" erano 462, delle quali 355 Bcc (Credito cooperativo), avevano circa 8.700 sportelli e 74.000 dipendenti.